La ‘Prova Costume’ nella storia della moda

Benché ci siano prove dell’esistenza del bikini già in epoca romana, il bikini è comunemente datato al 5 luglio 1946, quando, in parte a causa del razionamento dei materiali dopo la seconda guerra mondiale, l’ingegnere francese Louis Réard introdusse il bikini moderno, indossato da Micheline Bernardini. Reard chiamò il suo progetto per l’atollo di Bikini, dove si stavano svolgendo i primi test del dopoguerra della bomba atomica.

Naturalmente l’accettazione e diffusione del bikini ha richiesto del tempo ed il grande schermo ha influito notevolmente.

Negli anni 20 e 30 si faceva il bagno con veri ‘abiti da bagno’ ed esistevano normative che ne regolavano la lunghezza. Se si scoprivano troppo le gambe si rischiava l’arresto!  

Tuttavia grazie alla ‘resistenza’ delle donne e alla diffusione di tessuti più leggeri ed elastici, i modelli si fanno sempre più aderenti e succinti

Diamo un’occhiata ai costumi più memorabili nella storia, che hanno portato al moderno concetto di costume da bagno

La It Girl degli anni ’30, Jean Harlow era nota per i suoi capelli biondo platino e il suo fisico mozzafiato. Ha mostrato il suo corpo sinuoso in questa pubblicità iconica ancora dove ha posato a bordo piscina con un elegante costume intero dalle spalline maliziosamente scivolate e sandali coi tacchi.

La sirena Esther Williams ha recitato in una serie di film di nuoto sincronizzati, soprannominati “aquamusicals”, negli anni ’40 e ’50. Per i film, indossava sempre un costume da bagno intero molto glamour (come questo di una famosa pubblicità del 1950).

Rita Hayworth e Grace Kelly dimostrano che un costume da bagno può avere lo stile e il fascino di un abito da sera

La ragazza in bikini, 1952. Quattro anni prima che il suo personaggio in E dio creò la Donna la consacrasse come sex symbol internazionale, Brigitte Bardot ha fatto scandalo in La ragazza in bikini. Ed è facile capire perché: Il pallido due pezzi che indossava nel film del 1952 era semplice, ma sensazionale.

Ancora un memorabile bikini bianco per la prima Bond girl in assoluto, nel 1962 in Dr. No. Ursula Andress sembra uscita dalle fantasie di ogni ragazzo che desiderava essere James Bond.

Gli anni ’70 vedono un grande ritorno del costume intero, più sexy che mai.

Per promuovere il successo fulminante di Charlie’s Angels, una società di poster di Cleveland ha fotografato Farrah Fawcett in bikini a casa sua nel 1976. Per sentirsi più a suo agio, agio così esposta, ha indossato un suo costume intero rosso. Alla produzione non piacque per niente la foto, ma il poster ha venduto oltre 12 milioni di copie ed è ancora in vendita oggi. Nello stesso periodo Bo Derek appare in ’10’ in treccine rasta e costume intero color carne.

Gli anni ’90 sono ancora segnati da un famosissimo costume intero, quello sgambatissimo di Pamela Anderson in Baywatch.

Gli anni 2000 vedono il ritorno del bikini.

Cameron Diaz emerge dall’oceano con una tavola da surf e un bikini bianco come una moderna Afrodite, Demi Moore, sempre in Charlie’s Angels, dimostra con un micro bikini a triangolo che a 40 anni passati si può essere incredibilmente toniche e far dimenticare l’età. E Angelina Jolie manda in visibilio i fans con un seducente bikini nero in Tomb Raider

Oggi scegliamo i costumi in base alla nostra forma fisica, al nostro stile e alle nostre esigenze, i costumi mescolano liberamente i vari stili e si distinguono anche per alte performance tecniche e tessuti sempre più innovativi

Cultura Moda Storia del costume
Il Safari Look

Facciamo una passeggiata nel lato selvaggio della moda, con lo stile ‘Safari-Chic’.

L’esperienza del safari africano risale a ben prima degli anni ’70, periodo in cui la moda safari divenne popolare al grande pubblico. Lo stile safari nasce già negli anni ’20, quando diplomatici, esploratori, viaggiatori e anche soldati ebbero la necessità di abiti leggeri in colori chiari, per sentirsi a proprio agio nel caldo del deserto.

Ma la giacca di cotone beige con tasconi, o sahariana, compare nell’alta moda solo negli anni ’60 grazie al genio rivoluzionario di Yves Saint Laurent che “rubò” la divisa dei cacciatori che si recavano in Africa per i loro safari. 
Altro nome fondamentale per questo stile è Ted Lapidus, stilista francese famoso negli anni ’70 per aver reso popolare la moda unisex e per aver portato i look militari e safari al grande pubblico. 

Nel 1985 Meryl Streep ha immortalato lo stile semplice di una donna che vive nella foresta. La sua uniforme in ‘La mia Africa’ – camicia bianca, pantaloni chino color camoscio e cappello a tesa rigida – ha dato nuova vita ad una delle più grandi tendenze della moda dell’epoca.

Questo stile che evoca un senso di avventura e un’eleganza rilassata, è attuale ancora oggi e resta un classico nel mondo della moda.
Tutte le sfumature della terra, kaki, sabbia, bosco, e un pizzico di stampa tropicale, sono gli ingredienti che contribuiscono a farne una tendenza senza tempo, adatta ad essere usata anche solo in un elemento o richiamo da mescolare ai jeans o a un semplice abitino.
Camicie larghe, caftani, culotte e giacche da campo in tessuti naturali come lino, popeline e cotone, fedora e trilby, sciarpe e foulard, oggi si mescolano a capi più urban o decisamente eleganti, per una versione del tutto nuova e moderna di questo stile ormai classico

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Dallo stile hippie ’70s al moderno Bohemin Chic

Quando pensiamo agli anni ’70, pensiamo soprattutto allo stile hippie. Ma non è certo il solo trend che va forte in quel periodo; soprattutto per la sera, ci si spira alle star hollywoodiane degli anni ’40, al loro glamour e sofisticata eleganza. 

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Da questa tendenza deriva anche la riscoperta del bianco e nero per la fotografia di moda, in quegli anni, e raffinati scatti in bianco e nero riempiono gli editoriali di Vogue e Harper’s Bazaar dell’epoca.

Trionfano i tessuti preziosi e scintillanti, dal lamé al lurex al satin, gli scolli abissali anche sulla schiena, le trasparenze. 

Eleganti blazer con ampi revers, abiti da sera lunghissimi e fluttuanti, pantaloni palazzo a vita alta da portare con camicie in seta, maniche a sbuffo e lunghi fiocchi annodati al collo. 

E poi pellicce, gioielli, turbanti e sandali o stivali altissimi con plateau.

Queste proposte tornano numerose nelle nuove collezioni, rivisitate in chiave moderna o anche molto vintage. Gonne lunghe, elegantissimi completi maschili, pantaloni palazzo, maxi abiti in chiffon, tute, platform ,pellicce, lurex, satin, paillettes. Con la libertà di mescolare stili e ispirazioni per far emergere la nostra personalità

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L’evoluzione di un accessorio fondamentale: gli occhiali da sole

Ci difende e ci protegge, dalla luce, dagli sguardi indiscreti, dalle nostre momentanee vulnerabilità. Incornicia il nostro volto esaltandone le caratteristiche ed aggiunge un tocco di classe al nostro stile, completandolo. Anche questa stagione i modelli più moderni di questo indispensabile accessorio sono ispirati alle epoche passate. Diamo un’occhiata alla sua evoluzione

La sua diffusione nell’uso comune risale agli anni ’30.

È l’epoca della Grande Depressione e dei regimi totalitari, e i sogni vengono riposti nel cinema, unica vera forma di evasione dalla realtà. Le dive dei Hollywood girano molte scene all’aperto e crogiolarsi al sole è diventato così normale, che gli occhiali da sole sono ormai di moda. 

Foster Grant, il primo marchio di occhiali da sole commerciali, con montatura tonda in tartaruga, è famoso come Coco Chanel. 

Nel 1937 esplode la popolarità di aviatori come Amelia Earhart e Charles Lindbergh, e Ray-Ban lancia i famosi “Aviators”, che grazie alla loro elegante montatura in filo metallico e lenti in vetro verde diventano famosi e diffusissimi.

Sempre negli anni ’30 nasce la montatura a gatto, o ‘cat-eye’, ancora oggi simbolo di mistero e fascino, riprodotta da tutti i designer e sfoggiata dalle celebrità. Altina Schinasi, un’artista eccentrica, trova che gli occhiali da sole in commercio siano noiosi ed ispirandosi alla maschera di Arlecchino vista a Venezia e di cui si è innamorata, propone una montatura che si allunga verso l’alto, si colora, diventa eccentrica. Negli anni ’40 i cat-eye hanno conquistato tutte, dalle star del cinema alle casalinghe.

I famosi occhiali di Audrey Hepburn in “A colazione da Tiffany” che si spostano verso una forma più grande e tonda sono i Manhattan di Oliver Goldsmith, e non Ray-Bans, come si pensa. Gli anni ’60 scelgono design più sofisticati. L’estetica “mod” snellisce le sagome e la pop-art interseca colori e forme più giocosi (ad es. montature quadrate, optical, a forma di cuore)

Si prepara la strada per gli occhialoni tondi dei 70s, che molte dive iniziano a preferire all’occhiale felino per coprire meglio il volto dallo sguardo indiscreto di fan e paparazzi. 

Con gli anni ’80 si rivedono gli Aviators e i Wayfarers ma specchiati e colorati, mentre nei ’90 ci si ispira all’estetica più minimale e sofisticata degli anni ’30, con montature essenziali, piccole e ovali. I ’00 tornano all’esagerazione con lenti enormi, extra, i Bug Eye, ovvero gli occhiali da sole “da mosca”.

Ed oggi possiamo finalmente scegliere in tutta libertà lo stile che meglio si addice al nostro stile, alla nostra personalità e alla forma del viso. 

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